Meet the architect: talk su design e ambiente

Il protagonista di questa intervista è Nicola Puppin, fondatore e direttore creativo di Arkenis.

Nicola è un giovane architetto italiano, appassionato d’arte e di design, che ha maturato un esperienza che da un lato è fortemente radicata al territorio veneziano e dall’altro si è arricchita e contaminata dall’esperienza in Giappone, presso lo studio di Kengo Kuma and associates.

L’approccio progettuale è una naturale conseguenza del suo percorso formativo: forme pure ed essenziali, dal sapore minimalista orientale, si relazionano costantemente con il territorio da cui si originano, senza perdere tuttavia la loro identità ed unicità. Così facendo, l’intento dell’architetto è di creare un dialogo tra l’oggetto scultoreo, autonomo nella sua armonia, e l’ambiente circostante, che possa portare alla mutua esaltazione di entrambi. Tale processo trova il suo culmine grazie all’utilizzo sapiente dei materiali naturali, i quali divengono l’elemento compositivo protagonista e coronano al contempo quest’atto di contaminazione.

Il progetto LX House ha posto una vera e propria sfida: un contesto antico, storico, all’apparenza immutabile necessitava al contempo una modifica radicale nella sua pianta organica. L’obiettivo del progetto era di suddividere la residenza in due unità separate attraverso la creazione di un dispositivo nel vano scale, che si potesse inserire, come una lama, tra i parapetti di quest’ultimo, ma che non turbasse, nell’insieme, il delicato equilibrio della dimora storica. Il giovane architetto ha cercato di risolvere questa apparente incongruenza facendo in modo che elementi contrastanti dialogassero armoniosamente tra loro, arricchendosi e fondendosi l’uno nell’altro.

Perché hai scelto di utilizzare il legno nel progetto LX House?
Utilizzare il legno come materiale principe in questo progetto di integrazione è stato il fondamentale anello di congiunzione tra il nuovo e l’esistente. Infatti, seppur il taglio del prodotto sia squisitamente moderno, tale materiale trae le sue origini dalla più antica e radicata tradizione architettonica, permettendo al nuovo elemento di fondersi con il contesto in cui si inserisce.

Inoltre, trattandosi della divisione di due appartamenti destinati ad essere autonomi, è evidente come le proprietà fono-assorbenti del legno abbiano giocato un ruolo decisivo nella scelta dei materiali.

Sarebbe tuttavia riduttivo soffermarsi a tali osservazioni, poiché ritengo che utilizzare il legno in una casa sia un atto pressoché imprescindibile: è infatti un materiale vivo, in grado di trasmettere calore all’ambiente in cui si trova e a coloro che lo abitano. Nel contesto di un ingresso, tale sensazione di calore trasmette accoglienza a coloro che ne varcano la soglia.
Nella fattispecie, l’ingresso si trova in un pianerottolo interposto tra due rampe di scale: vi è quindi un moto di ascesa, che porta il visitatore involontariamente a cercare il contatto ed il conforto di una parete durante il suo movimento. Tale gesto viene esaltato dalla texture del legno, che sfiorata durante il percorso crea una vera e propria esperienza tattile, intima e personale.

Quali caratteristiche del rivestimento Skin hanno determinato un valore aggiunto nel tuo progetto?
Il rivestimento Skin possiede molteplici caratteristiche che hanno permesso all’intervento di adattarsi come una seconda pelle al contesto esistente. Si tratta di una casa dai toni chiari e delicati, in cui le scale di marmo bianco e lo spatolato in calce veneziana guscio d’uovo dettano movimenti dolci e linee tondeggianti, interrotti dalla verticalità del parapetto in ferro battuto nero.

Il nuovo elemento si affianca al parapetto e taglia nettamente, come farebbe una lama, l’ambiente. Per integrarsi in questo delicato equilibrio, conferendo al contempo forza al gesto compositivo, è stato necessario ricercare il rivestimento contraddistinto dalla purezza più assoluta, ma che al contempo trasmettesse l’eleganza senza tempo che pervade il resto dell’ambiente. Skin è parsa la scelta più calzante, grazie alla sua linea pura ed essenziale, in grado di esaltare al massimo la scelta sofisticata del legno di eucalipto affumicato.

Proprio questo legno unico, grazie al suo inconfondibile colore scuro, crea un gioco di sinergici contrasti con lo sfondo chiaro su cui adagia, permettendo al nuovo elemento di spiccare, senza mai sovrastare ciò che lo circonda.
Infine, la semplicità del design minimale di questo prodotto permette all’osservatore di apprezzare la qualità delle rifiniture e la quantità di fondamentali dettagli, instaurando con esso un gioco di scoperta e meraviglia continua: i profili metallici scuri, le cerniere e le maniglie che, quasi come un piccolo vezzo formale, spiccano dal legno scuro donando un dettaglio luminoso alla composizione.

Quali sono le difficoltà riscontrate nel processo di ingegnerizzazione del prodotto e come utilizzare un prodotto su misura ti ha permesso di superarle?

Sebbene il progetto fosse di contenute dimensioni, esso ha presentato enormi difficoltà tecniche, superabili solamente introducendo un elemento su misura, pensato ad hoc per lo spazio in cui alloggia.

Si è trattato perciò di un’operazione chirurgica, che è stata resa possibile dall’attenta e continua collaborazione con lo staff di progettazione tecnica avanzata.

Il mio intento è stato di realizzare un unico gesto che assolvesse a due differenti funzioni: dividere gli ambienti, rendendoli autonomi, e creare un nuovo portale di ingresso al piano attico.

Il concept di progetto è una lama lignea che si inserisce nell’intercapedine tra le due rampe di scale, ospita la porta di ingresso e si piega avvolgendo la parete adiacente a formare un vestibolo. Quest’ultimo crea un momento di chiusura, quasi come una nicchia, che si apre verso l’ambiente a doppia altezza, permettendo di proseguire il moto di ascensione delle scale.

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