Ispirate dal pensiero radicale che ha definito il design italiano negli anni Sessanta e Settanta, le Design Fusion Session rappresentano un format biennale in cui affidiamo a diversi studi l’art direction e la progettazione di nuove collezioni di arredi. Un design corale, condiviso, come accadeva in quella stagione d’oro che abbiamo deciso di far rivivere.
The process
Le parole chiave e i temi di cui abbiamo discusso sono gli stessi su cui il mondo dell’arredo si interroga da tempo: sostenibilità, rapporto tra design e innovazione, tecnologia intelligente, costruzione di una community di utenti consapevoli.
Tutti argomenti trattati durante il workshop con uno sguardo proiettato in avanti e aperto al contributo attivo delle nuove generazioni. La stessa età media dei designer coinvolti nel workshop, inferiore ai 40 anni, conferma la grande attenzione di Xilia per i valori e le istanze care a Millennial e Gen Z.
Il workshop è diventato il punto di partenza per definire l’art direction e la progettazione condivisa tra i cinque studi della futura collezione di prodotti Xilia pensata come frutto di un dialogo aperto e inclusivo tra i progettisti e l’azienda e tra i progettisti tra di loro.
Fin dalla nascita, noi di Xilia basiamo la nostra visione sui valori di apertura e condivisione. Non ci è mai interessato generare design di qualità ma dalla vocazione generica: il nostro obiettivo è lavorare a una collezione che sia rilevante per un pubblico consapevole, attento alle questioni ambientali e interessato a costruire con il nostro brand una relazione di qualità basata su una tecnologia moderna e intelligente.
Un team di pensatori visivi
“È una grande idea poter sperimentare qualcosa di nuovo e diverso in un momento storico in cui tutti i metodi e i percorsi del design rischiano di finire standardizzati. Stiamo lavorando ad un’opportunità unica”.
Alessandro Stabile
“La scelta di concentrarsi sul gruppo anziché sull’individuo è certamente innovativa e coraggiosa; un’idea che riflette un approccio moderno e avanguardista al lavoro di squadra”.
Studio Arkenis
“È una sfida completamente nuova: doversi mettere in discussione, aprirsi a idee e a modalità che magari nessuno di noi aveva considerato”.
Studio Nooi
“Trovo che sia estremamente interessante voler indagare anche il mondo dell’artigianato e le sue relazioni con l’industria. Credo che da questo incontro verrà fuori qualcosa di nuovo”.
Martinelli Venezia
“Una parte fondamentale del nostro lavoro è connettere le persone con il design. Per questo la Design Fusion Session è un esperimento coerente con il nostro modo e con gli obiettivi che ci siamo dati”.
C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui la grandezza del design italiano era impressa nelle firme di gruppi e collettivi, prima ancora che di singoli autori. Erano gli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta, quella stagione in cui l’Io si trasformava costantemente in Noi per farsi movimento, infrangere regole, innovare profondamente.
“Qualsiasi progetto fatto in quattro - predicavano i grandi BBPR - è comunque migliore di quello che avrebbe potuto essere prodotto singolarmente da ciascuno. Non riveleremo mai la singola paternità di un’idea. Ogni idea è sempre la nostra idea.”